Messina: Masterplan e Parco delle fiumare sul waterfront urbano

Il mare è da sempre presente nella storia di Messina, anche se, negli anni recenti della ricostruzione, a causa del confine costituito dalla ferrovia, la città sembra aver voltato lo sguardo verso il suo naturale e magnifico affaccio sullo Stretto.


La riqualificazione del Waterfront urbano è quindi una tappa fondamentale per restituire a Messina il suo ruolo da protagonista nello scenario del Mediterraneo. Il progetto elaborato da AutonomeForme per la riqualificazione del waterfront nell’area Stazione Marittima – S. Cecilia si basa sulla realizzazione di un parco urbano che ha come obiettivo principale l’integrazione e valorizzazione delle preesistenze storico-architettoniche e paesaggistiche.


L’intervento ha tra i suoi punti saldi la presenza delle fiumare che, come solchi regolari, attraversano quest’area e dalla collina giungono fino al mare. Nella Messina ante-terremoto, le fiumare disegnavano i confini dell’insediamento; successivamente, assecondando una falsa idea di risanamento urbano, esse furono totalmente coperte dalla rete stradale, così, durante la ricostruzione post-terremoto e nei successivi anni di espansione, l’asse viario ricavato dalla copertura dei torrenti ha modificato radicalmente il rapporto mare – monti.
L’organizzazione del nuovo waterfront si basa sulla scelta di riportare in superficie il tracciato delle fiumare, considerandone la presenza come materia attiva ed ordinatrice del disegno del grande parco urbano e come elemento centrale nella strategia di sostenibilità ecologica del progetto. E’ ben noto che quest’insieme di linee di impluvio torrentizie, a pendenza sempre elevata, attraversando parti di territorio che sono, al contempo, intensamente urbanizzate e altamente erodibili, assieme ad un dissennato intervento antropico, rende estremamente fragile il territorio di Messina.


Il progetto si basa sul ritmo di presenza-assenza di acqua che caratterizza il paesaggio delle fiumare e assume l’alternanza tra la fase umida e la fase secca quale ulteriore elemento capace di definire i caratteri del parco assecondando i ritmi climatici e costruendo un paesaggio variabile con il trascorrere delle stagioni.
Far riemergere il tracciato delle fiumare ed articolarne il disegno affiancandole a un nuovo sistema di bacini di espansione per mitigare la portata delle acque nei momenti di maggiore piena è una scelta centrale nella strategia del progetto e nel disegno del parco urbano. Grazie al trattamento della superficie, gli invasi che s’attestano lungo il percorso delle fiumare, quando nel periodo estivo rimangono privi di acqua, diventano delle piazze e delle playground.


Il parco urbano costituisce l’elemento connettivo del variegato mix di usi e funzioni che si addensano lungo il nuovo waterfront di Messina. L’area è fortemente indiziata dal punto di vista archeologico e, proprio per questo, il parco urbano è stato immaginato come una trama flessibile, pronta a modificarsi e ad accogliere gli eventuali resti archeologici che ci si aspetta di rinvenire nel corso dei lavori permettendone la fruizione e ampliando l’offerta legata alla cultura ed al tempo libero di questa nuovo spazio urbano.
Il parco urbano sarà contenuto entro due spessori di costruito che dialogano e si connettono rispettivamente con la città consolidata e lo Stretto.
La tessitura del parco è immaginata come un origami che costituisce una nuova topografia variabile ed accoglie nella sua trama variabile aree verdi con densità variabile, piazze, resti archeologici, aree variamente pavimentate ed attrezzate con chioschi e spazi per la sosta, invasi connessi alla trama delle fiumare, playground, piste ciclabili, percorsi pedonali, aree per lo sport.
Con la sua estensione lineare e la sua trama di percorsi e flussi continui e circolari, il parco determinerà la creazione di un autentico arcipelago verde costituendo una trama continua all’interno della città.

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